giovedì 1 ottobre 2015
domenica 20 settembre 2015
Video Periplo della Sicilia
Ho ormai concluso da giorni il periplo della Sicilia in kayak, ma ho ancora dentro di me tutto quel mondo meraviglioso che sono le coste siciliane, le ho scoperte e riscoperte per donarle a tutti noi e voi siciliani e non.
Perché questo mondo è così bello e variegato, che è egoistico tenerlo solo per me. Per questo vi dono queste piccole ma immense immagini che ho ripreso con la mia GoPro, sono solo degli spezzoni, cose belle, cose uniche, cose semplici, che danno comunque a chi le guarderà la certezza che non dobbiamo andare lontano per godere delle bellezze che la natura ci dà e non mi stancherò mai di ringraziare Luca, che in soli 8 minuti è riuscito a dare la vera dimensione, ovvero "CICLOPICA" della nostra amata Sicilia.
lunedì 17 agosto 2015
Comunicato n.201 POLISPORTIVA MESSINA: Periplo della Sicilia completato da Mauro Prosperi
Ha impiegato esattamente 20 giorni
per la circumnavigazione in autosufficienza; partito lunedì 20 luglio
dal tratto di mare antistante la piscina “Vittorio Magazzù” di Messina,
l’oro olimpico, ultramaratoneta e specialista di sfide estreme ha fatto
ritorno sabato 8 agosto sulla stessa spiaggia.
Mauro Prosperi ha completato con
successo il periplo della Sicilia in canoa. Ha impiegato esattamente 20
giorni per la circumnavigazione in autosufficienza; partito lunedì 20
luglio dal tratto di mare antistante la piscina “Vittorio Magazzù” di
Messina, l’oro olimpico, ultramaratoneta e specialista di sfide estreme
ha fatto ritorno sabato 8 gosto sulla stessa spiaggia, accolto con
affetto dal presidente della Polisportiva Messina Giuseppe Carmignani.
“Ho ammirato da vicino coste stupende, tramonti che mi hanno fatto rimanere incantato – queste le prime parole del campione romano, ormai “siciliano d’adozione”, dopo aver messo piede sulla terra ferma – ho
avuto la conferma diretta che la Sicilia è un’isola davvero speciale,
camaleontica e ricca di risorse. Il mio obiettivo è conoscerla sempre
meglio e trasmetterne l’immensa bellezza agli altri tramite le immagini.
Non capisco perché si spendano tanti soldi per viaggi esotici in posti
lontani quando abbiamo vicini luoghi così incantevoli”.
Per completare il periplo ha usato un
modernissimo kayak in carbonio, costruito da un’azienda catanese, dal
quale si è staccato soltanto per riposare e pescare, e ha avuto a
disposizione: un fornellino, sali minerali, liofilizzati, barrette
energetiche, 5 litri d’acqua, due borracce, un desalinizzatore, del
disinfettante, apparati elettronici, caricati da pannelli solari, e un
kit per la sopravvivenza.
“E’ andato tutto bene. Dopo un inizio
difficile, determinato dalle avverse condizioni meteo-marine e alla poca
conoscenza del mezzo, ho recuperato poi il tempo perduto sfruttando al
meglio le caratteristiche del kayak con il quale sono entrato in
simbiosi. Mi sono nutrito di liofilizzati e delle riserve alimentarie
che avevo portato con me”.
Come ha trovato la situazione delle coste dalla sua visuale “privilegiata”? “Devo dire che in buona parte sono pulite e adeguatamente attenzione dai Comuni, mentre alcune sono purtroppo trascurate”. Partenza e arrivo sono avvenuti nell’impianto natatorio di Sant’Agata, è stata una scelta indovinata? “L’ho
voluto fortemente perché ho trovato totale disponibilità e ospitalità
dalla Polisportiva Messina. Ringrazio di cuore questa storica società e
naturalmente tutti gli sponsor che hanno reso possibile la realizzazione
di questo progetto”.
Quale sarà la prossima impresa? “Potrebbe
essere il periplo della Corsica, ma mi servono delle particolari
autorizzazioni essendo all’estero”. E il “mal d’Africa? “Non mi lascia
mai, anche se penso che salterò la prossima Marathon des Sables. Adesso,
comunque, il mio principale pensiero è riposarmi e godermi l’estate”.
Messina, 10 agosto 2015 Ufficio Stampa
venerdì 14 agosto 2015
giovedì 30 luglio 2015
29/07/2015 Gela e disastri ambientali
[...]D’estate la spiaggia è sempre affollata. In una soleggiata mattina d’inverno il mare è strepitoso, turchese e blu [...] basta non voltarsi a guardare raffinerie e camini industriali.
“Una volta qui era tutto agrumeti. Quando è sbarcato il petrolchimico gli agricoltori hanno tagliato tutto e sono venuti a lavorare in fabbrica. No, allora non si badava all’ambiente. Quando il petrolchimico dava lavoro, l’inquinamento non si sentiva”.[...] “Si chiamava miracolo, e lo era: negli anni cinquanta qui c’era povertà, si faticava a mettere il cibo in tavola. Raffinerie e petrolchimico erano il riscatto industriale della Sicilia. Portavano benessere e la speranza di non dover più emigrare”, riconosce Enzo Parisi, oggi attivista di Legambiente.[...]“Si chiamava miracolo, e lo era: negli anni cinquanta qui c’era povertà, si faticava a mettere il cibo in tavola. Raffinerie e petrolchimico erano il riscatto industriale della Sicilia. Portavano benessere e la speranza di non dover più emigrare”, riconosce Enzo Parisi, oggi attivista di Legambiente.[...][...]L’Italia ha smesso di investire in ricerca, eccellenza, innovazione: “Come siamo arrivati a questo disastro? Qui ci sono un’area industriale attrezzata, un sapere umano, grandi professionalità. Manca un piano industriale per rivitalizzare il sud”, dice. “Le aziende non rischiano e non investono su tecnologie avanzate. Serve uno stato che sappia orientare il progresso nel rispetto delle risorse naturali, dettare regole su ambiente e salute, puntare su produzioni che abbiano utilità sociale”. E in primo luogo uno stato che rispetti l’impegno preso con i cittadini: fare la bonifica.A Gela, sulla costa meridionale siciliana, il “ricatto” ha funzionato. Le analogie con l’area siracusana sono evidenti: un polo petrolchimico fondato negli anni sessanta dall’Eni di Enrico Mattei (era la “risposta” dell’industria di stato al polo privato di Priolo-Augusta), decenni di inquinamento, una cittadina di 72mila abitanti a poche centinaia di metri da raffinerie e ciminiere. “Ma qui il vento tira dalla città agli impianti, e non viceversa, per almeno 300 giorni all’anno”, mi dice Orazio Gauci, responsabile della Fiom di Gela.Anche Gela è un Sin designato per la bonifica: quasi seimila ettari di territorio e 4.500 ettari di mare contaminati da metalli pesanti, idrocarburi, composti clorurati cancerogeni, ammoniaca, benzene e pcb. Anche qui lo studio Sentieri nel 2011 ha segnalato eccessi di tumori e altre malattie legate all’inquinamento accumulato nei decenni.E anche qui il complesso industriale è in declino: la raffineria quasi spenta, il petrolchimico chiuso. Del progetto di Mattei resta un centinaio di trivelle sparse nel raggio di una ventina di chilometri, tra i campi di carciofi e le serre. Negli anni ottanta si sono aggiunte le piattaforme off shore Perla e Prezioso (che estrae gas), visibili dal lungomare di Gela. E poi qui arriva GreenStream, il gasdotto che porta il gas naturale dalla Libia, 520 chilometri attraverso il Mediterraneo.“L’ultima cosa importante che abbiamo costruito è l’impianto Snox”, spiega Gauci mostrando il camino più alto di tutto l’insieme: tratta circa metà dei fumi della centrale termoelettrica a petcoke, o coke petrolifero, sorta di carbone ottenuto dai residui più sporchi del petrolio (emana anidride solforosa, ossidi di azoto, polveri). Cioè, trattava: ora l’impianto è fermo.[...]
Fonti:http://www.internazionale.it/reportage/2015/04/17/sicilia-petrolchimico
http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/10554-sversamento-petrolio-gela
mercoledì 29 luglio 2015
lunedì 27 luglio 2015
Resoconto prima settimana del periplo (ultimo aggiornamento 27/07/2015)
Condizioni meteorologiche avverse hanno caratterizzato il periplo fino a questo momento, tanto da essere circa 120 Km indietro rispetto alla tabella di marcia. Sto però scoprendo (e presto lo scoprirete anche voi), che le coste siciliane non hanno assolutamente nulla da invidiare a quelle delle note isole esotiche spesso scelte come meta per le vacanze. Spero veramente che questa mia piccolissima impresa, possa ancora di più valorizzare la nostra Sicilia.
Durante questa prima settimana ho avuto dei momenti di navigazione terribilmente difficili e pericolosi, pertanto nei prossimi giorni dovrò recuperare i Km persi.
Il vento ed il mare mosso hanno fatto da padroni: Martedì scorso, a Tremestieri (Messina), la canoa si è rovesciata per il forte vento ed il mare in tempesta; ieri ho avuto, forse per la prima volta, paura ed ho capito, se ancora ce ne fosse stato bisogno, quanto la natura sia potente e imprevedibilmente forte.
In serata avevo ripreso il mio cammino con l'intenzione di fare almeno altri 10/12km per coprire i miei 50 km giornalieri (da tabella di marcia). Il vento era ancora forte, l'onda era lunga ma tutto sommato il mare navigabile. Appena girata la punta di un golfo sono arrivate onde alte 4-5 metri: la fortuna è stata che non si rompevano, ma giuro che erano terribilmente grandi. Io che difficilmente mi impressiono, mi sono dapprima dato per vinto, ma poi è subentrato il "Mauro concentrato" ed in pochissimo tempo ho analizzato la situazione, preso decisioni ed agito.
C'era una piccola rientranza a 150 metri da me e, anche se non si trattava di una spiaggia, mi sono accorto che le onde erano meno efficaci in quella direzione, quindi mi sono portato lì. A circa 10 metri dalle rocce sono saltato fuori dal kayak (diciamo tuffato) e poi subito ho preso l'imbarcazione per evitare che si schiantasse sulle rocce.
Tutto ok, ma mi son preso davvero un grande spavento.
Mauro
sabato 18 luglio 2015
Periplo della Sicilia di Mauro Prosperi, il via dalla piscina “V. Magazzu’”
Il tentativo in canoa scatterà lunedì (ore 10.30) dal mare antistante l’impianto di Fiumara Guardia, che si trova a pochi metri dalle incantevoli acque dello Stretto. “La peculiarità di questo mio periplo – dichiara Prosperi – consiste nel cercare di completarlo in autosufficienza in circa 20 giorni di navigazione. Avrò a disposizione un kayak super moderno, realizzato dalla NMK Nautica Mannino. Ringrazio tutti gli sponsor che rendono possibile questo progetto, la Polisportiva Messina ed il suo presidente Giuseppe Carmignani per l’accoglienza che mi hanno subito prospettato”. Partirà da Messina la nuova impresa di Mauro Prosperi; il suo tentativo di periplo della Sicilia in canoa scatterà, infatti, lunedì (ore 10.30) dal mare antistante la piscina “Vittorio Magazzù” di Fiumara Guardia, che si trova a pochi metri dalle incantevoli acque dello Stretto. “La peculiarità di questo periplo – dichiara Prosperi – consiste nel cercare di completarlo in autosufficienza in circa 20 giorni di navigazione (senso orario, ndr). Avrò a disposizione un kayak super moderno, realizzato dalla NMK Nautica Mannino. Ringrazio tutti gli sponsor che rendono possibile questo progetto, la Polisportiva Messina ed il suo presidente Giuseppe Carmignani per l’accoglienza che mi hanno subito prospettato nel loro impianto di Sant’Agata a Messina”. Nell’attrezzatura a disposizione ci saranno: un fornellino, un recipiente per bollire l’acqua, sali minerali, liofilizzati, barrette energetiche, 5 litri di acqua, due borracce, un desalinizzatore, del disinfettante, apparati elettronici, che saranno caricati da pannelli solari, ed uno specifico equipaggiamento per la sopravvivenza. Naturalmente si nutrirà anche di ciò che riuscirà a pescare. Prosperi, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 nella squadra di pentathlon moderno, è attualmente allenatore di corsa, scherma, nuoto, equitazione, tiro (fuoco e pistola) e preparatore atletico. Nella lunga e brillante carriera sportiva ha preso parte a numerose competizioni internazionali, tra le quali 9 edizioni della “Marathon des Sables”, compresa quella del 2015, un’ultramaratona che si disputa in Marocco. Per raccontare l’avventurosa partecipazione del 1994, che lo ha visto percorrere in condizioni estreme 299 km e sconfinare in Algeria, ha scritto il libro autobiografico “10 giorni nel deserto”. Nato nel 1955 a Roma, Prosperi risiede ormai da oltre 20 anni ad Aci San Filippo e la Sicilia è diventata, così, la terra da dove pensare e programmare le sfide con se stesso e la natura.
Messina, 16 luglio 2015 Ufficio Stampa
martedì 14 luglio 2015
2 Uomini e 1 Kayak - RACCONTO DI VIAGGIO, Seconda Parte
Instaurare con la natura un legame così profondo e
viscerale è stata, infatti, una scoperta sorprendente.
Durante i pernottamenti a Panarea, abbiamo vissuto dei
momenti suggestivi ed esilaranti. Le nostre notti Eoliane sono sempre state
all'insegna della luna piena, tanto luminosa da non avere neanche la necessità,
a volte, di usare la luce delle nostre lampade frontali Gerber. Il bagno notturno, poi, è sempre stato refrigerante e
rilassante dopo le molte ore passate a pagaiare sotto il sole. La
pace del silenzio rotto dal rumore delle onde ci faceva da ninna
nanna, aiutandoci a prender sonno.
Durante il periplo dello Stromboli, ad esempio, è
successo un aneddoto simpatico, che vogliamo condividere con voi:
mentre pagaiavamo, avevamo la sensazione che qualcosa o qualcuno ci stesse
seguendo, ma al momento non abbiamo prestato molta attenzione.
Continuavamo a percepire un’insolita vibrazione del kayak,
ma pensavamo fossero le nostre gambe che si sgranchivano. Quando abbiamo sentito dare tre colpi sotto al
kayak, abbiamo visto, con grande stupore, che due bellissimi
pesci ci stavano seguendo. Abbiamo
pensato che si trattasse di due tonnetti, ma una volta arrivati al porto,
grazie ad alcuni pescatori, abbiamo scoperto che si trattava di due
splendidi esemplari di ricciole. Da qui abbiamo capito che più
si sa apprezzare e valorizzare la natura, più essa ci offre
esperienze uniche.
Porteremo nel cuore ogni Isola vissuta, da
Vulcano, a Lipari, Panarea, Salina e per
ultima Stromboli.
Stromboli è un'isola che sprigiona nella sua più fantastica
espressione, le eruzioni vulcaniche, un'energia di rara forza che
racchiude quattro elementi essenziali per la vita: l'aria, l'acqua, la terra e
il fuoco. Un insieme di manifestazioni che ci ha lasciato nell’anima
soddisfazione, gioia e serenità.
Abbiamo quindi deciso di fare trekking sullo Stromboli,
un trekking estremo, non pianificato ma voluto per
essere ancora più coinvolti da quell'isola fantastica e tutta da scoprire,
partendo dal mare per arrivare dove la lava e l'eruzione è una costante, paura
e fascino nello stesso tempo.
Un percorso tanto affascinante quanto impegnativo. Per circa
3 ore ci siamo inerpicati per una lunga e impervia salita, che
non deve essere assolutamente sottovalutata. Alcuni
tratti, infatti, sono particolarmente ripidi, aggravati da un
terreno molto insidioso, fatto di pietraia, sterrato e sabbia .
Una volta in cima però, lo spettacolo delle
manifestazioni vulcaniche ha ripagato a pieno lo sforzo profuso.
Abbiamo cercato di sentire fino in fondo la forza, la
bellezza, l’importanza di essere in simbiosi con l’Isola, navigandola,
scalandola, ascoltandola, perché questa avventura che
abbiamo vissuto ha rappresentato un vero punto di partenza per
ricreare l’armonia tra noi e la natura.
Di questa esperienza portiamo con noi solo insegnamenti positivi, sotto ogni punto di vista. Non abbiamo mai considerato questa avventura una sfida, ma un modo per promuovere stili di vita sostenibili, facendo conoscere quel che di bello c'è lungo le nostre coste e nella natura, cercando di viverla appieno e in prima persona per migliorare la propria esistenza e quella degli altri.
Infine, vogliamo dedicare un ringraziamento
speciale a Gerber e ai suoi prodotti, i quali sono stati
significativi e necessari per la nostra sussistenza. A partire dal
coltello multiuso, all'accendi fuoco nelle sere più fredde, alla
sega estraibile per tagliare i rami, alle torce utili
durante la notte e in vetta allo Stromboli. Immancabile poi, il
coltello multiuso della linea Bear Grylls per tagliare il pesce e pulirlo. E, naturalmente, avevamo con noi anche il kit di
sopravvivenza che, per fortuna, non ci è servito :)
Il 20 luglio Mauro partirà da Ali terme (ME) per il periplo della
Sicilia: 950 km circa in 20gg., in autosufficienza.
Grazie per tutto il supporto e un arrivederci alla
prossima avventura.
Un abbraccio,
Mauro & Francesco
venerdì 10 luglio 2015
2 Uomini e 1 Kayak - RACCONTO DI VIAGGIO, Prima parte
Carissimi
amici,
si è conclusa lunedì 6 luglio la nostra impresa
nelle Isole Eolie, portando a termine il percorso con un paio di giorni di
anticipo sulla tabella di marcia. Grazie alle favorevoli condizioni di
navigazione, siamo riusciti a pagaiare a circa 4,5/5 km l’ora e, a causa delle
nuove normative sui veicoli non a motore dettate dalla Capitaneria di
Porto di Lipari, abbiamo accorciato notevolmente i tempi per la
circumnavigazione.
Forse vi sarete chiesti come mai abbiamo scelto il
kayak. La risposta è molto semplice.
Il kayak è un mezzo ad impatto zero sulla natura e
rappresenta l'imbarcazione più antica del mondo, tra le più collaudate e
sicure. Infatti, seppur molto sensibile alle onde, è l’unico mezzo che è
quasi inaffondabile ed è tra i pochi che, grazie anche alle ridotte
dimensioni, permettono di visitare luoghi nascosti. Grazie alla nostra fedele imbarcazione,
ci siamo recati in posti che avremmo potuto solamente immaginare.
E grazie anche ai nostri preziosi ed utili attrezzi che Gerber
ci ha messo a disposizione e che si sono rivelati indispensabili in molte
occasioni.
Questo, però, ha richiesto un enorme sforzo
fisico e una grande concentrazione mentale.
Ripensando ai giorni trascorsi in mare, la nostra
sopravvivenza è stata dura e, in alcuni momenti, non vi neghiamo che
abbiamo sofferto, a causa di un insieme di fattori.
Innanzitutto la mancanza di acqua. Purtroppo il nostro
desalinizzatore ha subìto un guasto durante il primo tragitto e abbiamo dovuto
pagaiare una media di 6 ore al giorno, con il sole a picco, 38/40°
percepiti, le gambe bloccate nel kayak e con
una dotazione corrispondente a meno di un litro d’acqua al
giorno a testa.
E’ da considerare, inoltre, che ci siamo nutriti solamente
con razioni minime di liofilizzati, sali minerali e ciò che il mare ha voluto
regalarci, con un apporto calorico notevolmente inferiore rispetto
all’impegno fisico profuso.
Ricordiamo ancora
oggi, con molta amarezza, l’incidente nel quale siamo
incorsi il terzo giorno di navigazione, mentre stavamo pagaiando per
percorrere tutto il periplo dell’Isola di Lipari.
Una disavventura causata dai uno dei tanti yacht
guidati in modo irrispettoso, senza sottostare alle normative e ai codici
della Capitaneria di Porto.
Queste imbarcazioni, oltre a non mantenere le
distanze di sicurezza dalla costa, emettono ogni anno tonnellate di petrolio e
inquinanti vari nelle acque costiere.
A forte rischio, soprattutto nei mesi estivi, sono
l’ambiente, l’ecosistema marino, ma anche la vita stessa di noi
cittadini che ci impegniamo a condurre uno stile di vita più rispettoso nei
confronti della natura. Infatti, se non fosse stato per l'affiatamento
psicomotorio creatosi tra di noi e la velocità nello
scorgere il pericolo in cui stavamo incorrendo, avremmo subìto gravi
conseguenze.
Eravamo in un punto particolare dell'isola, in
cui le correnti si scontrano e formano dei flutti particolarmente fastidiosi
per chi, come noi, deve muoversi con i remi.
Ad un certo punto, ci siamo accorti che a circa 200 metri da
noi, uno yacht molto grande che viaggiava ad elevata velocità, stava provocando
una gigantesca onda anomala che stava velocemente avanzando verso
il nostro kayak. Immediatamente abbiamo pensato di prendere l’onda di
prua, ma scorgendola sempre più da vicino, ci siamo accorti che, anche con
questa soluzione, non avremmo avuto
scampo. Abbiamo quindi deciso di limitare i danni
portandoci il più velocemente possibile verso la costa, ma mentre eravamo
ancora in rotazione, l’onda ci ha colpiti e il kayak, oltre ad imbarcare
acqua, si è inclinato quasi capovolgendosi. Eravamo sommersi d'acqua
fino all' addome, ma senza perderci d’animo, abbiamo continuato a pagaiare fino
a giungere nei paraggi della costa; con un salto sincronizzato siamo
usciti dall’imbarcazione, in tempo per non farla schiantare sugli scogli.
Era quasi notte fonda, e usciti quasi indenni dal
naufragio, ci si presentava un nuovo problema: allontanarsi velocemente da
quel posto poco sicuro, una scogliera con pericolo di caduta massi.
Senza avere più possibilità di riprendere la
navigazione, siamo stati costretti a richiedere l’intervento della guardia
costiera che ci ha prontamente soccorsi.
Questa disavventura ci ha fatto perdere diverse attrezzature
della dotazione tecnica oltre alle cibarie necessari per la nostra
sopravvivenza, ma con tutto ciò il giorno dopo abbiamo ricominciato
la nostra avventura, bruscamente interrotta, da dove eravamo rimasti, con
maggior forza e volontà.
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