Carissimi
amici,
si è conclusa lunedì 6 luglio la nostra impresa
nelle Isole Eolie, portando a termine il percorso con un paio di giorni di
anticipo sulla tabella di marcia. Grazie alle favorevoli condizioni di
navigazione, siamo riusciti a pagaiare a circa 4,5/5 km l’ora e, a causa delle
nuove normative sui veicoli non a motore dettate dalla Capitaneria di
Porto di Lipari, abbiamo accorciato notevolmente i tempi per la
circumnavigazione.
Forse vi sarete chiesti come mai abbiamo scelto il
kayak. La risposta è molto semplice.
Il kayak è un mezzo ad impatto zero sulla natura e
rappresenta l'imbarcazione più antica del mondo, tra le più collaudate e
sicure. Infatti, seppur molto sensibile alle onde, è l’unico mezzo che è
quasi inaffondabile ed è tra i pochi che, grazie anche alle ridotte
dimensioni, permettono di visitare luoghi nascosti. Grazie alla nostra fedele imbarcazione,
ci siamo recati in posti che avremmo potuto solamente immaginare.
E grazie anche ai nostri preziosi ed utili attrezzi che Gerber
ci ha messo a disposizione e che si sono rivelati indispensabili in molte
occasioni.
Questo, però, ha richiesto un enorme sforzo
fisico e una grande concentrazione mentale.
Ripensando ai giorni trascorsi in mare, la nostra
sopravvivenza è stata dura e, in alcuni momenti, non vi neghiamo che
abbiamo sofferto, a causa di un insieme di fattori.
Innanzitutto la mancanza di acqua. Purtroppo il nostro
desalinizzatore ha subìto un guasto durante il primo tragitto e abbiamo dovuto
pagaiare una media di 6 ore al giorno, con il sole a picco, 38/40°
percepiti, le gambe bloccate nel kayak e con
una dotazione corrispondente a meno di un litro d’acqua al
giorno a testa.
E’ da considerare, inoltre, che ci siamo nutriti solamente
con razioni minime di liofilizzati, sali minerali e ciò che il mare ha voluto
regalarci, con un apporto calorico notevolmente inferiore rispetto
all’impegno fisico profuso.
Ricordiamo ancora
oggi, con molta amarezza, l’incidente nel quale siamo
incorsi il terzo giorno di navigazione, mentre stavamo pagaiando per
percorrere tutto il periplo dell’Isola di Lipari.
Una disavventura causata dai uno dei tanti yacht
guidati in modo irrispettoso, senza sottostare alle normative e ai codici
della Capitaneria di Porto.
Queste imbarcazioni, oltre a non mantenere le
distanze di sicurezza dalla costa, emettono ogni anno tonnellate di petrolio e
inquinanti vari nelle acque costiere.
A forte rischio, soprattutto nei mesi estivi, sono
l’ambiente, l’ecosistema marino, ma anche la vita stessa di noi
cittadini che ci impegniamo a condurre uno stile di vita più rispettoso nei
confronti della natura. Infatti, se non fosse stato per l'affiatamento
psicomotorio creatosi tra di noi e la velocità nello
scorgere il pericolo in cui stavamo incorrendo, avremmo subìto gravi
conseguenze.
Eravamo in un punto particolare dell'isola, in
cui le correnti si scontrano e formano dei flutti particolarmente fastidiosi
per chi, come noi, deve muoversi con i remi.
Ad un certo punto, ci siamo accorti che a circa 200 metri da
noi, uno yacht molto grande che viaggiava ad elevata velocità, stava provocando
una gigantesca onda anomala che stava velocemente avanzando verso
il nostro kayak. Immediatamente abbiamo pensato di prendere l’onda di
prua, ma scorgendola sempre più da vicino, ci siamo accorti che, anche con
questa soluzione, non avremmo avuto
scampo. Abbiamo quindi deciso di limitare i danni
portandoci il più velocemente possibile verso la costa, ma mentre eravamo
ancora in rotazione, l’onda ci ha colpiti e il kayak, oltre ad imbarcare
acqua, si è inclinato quasi capovolgendosi. Eravamo sommersi d'acqua
fino all' addome, ma senza perderci d’animo, abbiamo continuato a pagaiare fino
a giungere nei paraggi della costa; con un salto sincronizzato siamo
usciti dall’imbarcazione, in tempo per non farla schiantare sugli scogli.
Era quasi notte fonda, e usciti quasi indenni dal
naufragio, ci si presentava un nuovo problema: allontanarsi velocemente da
quel posto poco sicuro, una scogliera con pericolo di caduta massi.
Senza avere più possibilità di riprendere la
navigazione, siamo stati costretti a richiedere l’intervento della guardia
costiera che ci ha prontamente soccorsi.
Questa disavventura ci ha fatto perdere diverse attrezzature
della dotazione tecnica oltre alle cibarie necessari per la nostra
sopravvivenza, ma con tutto ciò il giorno dopo abbiamo ricominciato
la nostra avventura, bruscamente interrotta, da dove eravamo rimasti, con
maggior forza e volontà.
Ecco a voi il video con un primo "assaggio" di ciò che abbiamo vissuto.
Seguiteci lunedì per conoscere la conclusione del nostro racconto.
Buon weekend a tutti,
Mauro & Francesco :)
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